venerdì 3 ottobre 2025

La "mixité" e la morfologia di un'azione sonora


"Esistono edifici in cui si può intervenire in nome di un concetto sempre più attuale di mixité che genera equlibrio".

Sono parole pronunciate dall'architetto Jean Nouvel, da cui ho tratto vivamente spunto per avvicinarmi a una condensazione delle mie personali riflessioni e scelte musicali.

In architettura e urbanistica, il concetto di "mixité" (mescolanza, situazione mista) si riferisce a una strategia progettuale che promuove la diversità e l'integrazione di funzioni, tipi di abitanti, stili, materiali e scale all'interno di un progetto, un edificio o un'area urbana. L'obiettivo è creare un equilibrio tra l'unitarietà e la diversità, generando spazi più inclusivi, dinamici e resilienti, che rispondano alle esigenze di una città contemporanea e complessa. 

L'attualità del concetto di mixité risiede proprio nel suo ruolo di strumento di rigenerazione. 

Rigenerazione urbana dunque, per l'integrazione sociale. La mixité funzionale promuove infatti la creazione di ambienti stimolando sinergie per una migliore qualità urbana, aspetti cruciali nella società contemporanea.

Da questo punto di vista la mixité di cui parla Jean Nouvel si addice alla mia visione di edificio-performance, che sfugge a un'ipotesi monofunzionale e si avvicina invece a una formulazione accogliente nei confronti di giustapposizioni e intersecazioni di linguaggi o risorse espressive.

Continuo a interessarmi infatti alla possibilità di lavorare sottilmente sulla morfologia di una performance o azione sonora, insistendo sulla costruzione di un impianto  strutturale specifico, che punti a una connotazione ibrida e metamorfica dell'azione stessa, in modo tale che essa possa rivelarsi variamente densa e modulabile.

Mi preme soprattutto avvalorare l'idea che la "condizione" stessa del o della musicista possa rivelarsi - nel corso dell'evento stesso (nel suo F-A-R-S-I) - una CONDIZIONE TRASFORMATIVA, multisfaccettata e dinamica, tale da condurre ad adempiere compiti oltremodo intrepidi, talora inusitati.

Non si tratta in realtà di prospettare solamente una modalità e un fare artistico e strumentale flessibile e allargato, bensì di interessarsi e lavorare assiduamente in vista di un ricollocamento di se stessi anche poetico ed energetico, che non sia mai esente da un flessibile lavorio accompagnato da una pre-occupazione di tipo soprattutto interiore.

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klavier-reticolo.blogspot.com

 (Varchi pianistici e ricerche sonore ampliate)

Anna Laura Longo

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